CPA, Gianni Bugno: “Nonostante la gravità del momento non potevamo accettare imposizione dei tagli degli stipendi”
Il CPA rivendica il proprio lavoro in questo difficile periodo di pandemia. Il compito dell’Associazione Internazionale dei Corridori non è stato semplice in questo periodo in cui la crisi sanitaria si è tramutata in crisi economica, mandando in difficoltà molte aziende e squadre, che hanno dovuto prendere decisioni difficili riguardo gli stipendi dei corridori. Se in alcuni stati sono stati i governi ad intervenire con ammortizzatori sociali di cui alcune squadre hanno potuto usufruire, non sono mancate le necessità di tagli agli stipendi, a volte anche brutali, che ovviamente hanno scosso non poco l’ambiente. Una situazione nella quale anche l’UCI ha cercato di dare delle linee guida, per evitare sconvolgimenti, con il CPA che ha cercato di fare da mediatore, non senza difficoltà.
“Abbiamo stilato dei principi di trasparenza e condivisione a tutela dei corridori nelle negoziazioni con le squadre, con l’UCI abbiamo lavorato per una proficua discussione tra le parti, nonostante la gravità del momento non potevamo accettare semplicemente un’imposizione dei tagli degli stipendi da parte dei team – spiega il presidente Gianni Bugno – Con i corridori e i loro agenti abbiamo instaurato un dialogo per dare luogo a negoziazioni favorevoli per tutto il movimento e in alcuni casi abbiamo denunciato soprusi”.
Per martedì 9 giugno è così previsto una nuova riunione del Consiglio del Ciclismo Professionistico durante il quale l’ex vincitore del Giro d’Italia, trionfo che proprio in questi giorni festeggia i 30 anni, chiederà “un riscontro sulle trattative svolte e renderà conto ai corridori che devono convivere con ancora troppi punti di domanda legati al loro futuro”.
A commentare il lavoro svolto e le speranze per la ripresa è anche Alessandra Cappellotto, vicepresidente dell’associazione e responsabile del settore femminile: “Stiamo rimontando in sella dopo essere caduti, da buoni ciclisti mentre stiamo contando le ferite riportate, stiamo già pedalando. Il nostro sport ci insegna a rialzarci, a sacrificarci per raggiungere l’obiettivo, a lavorare sodo e in squadra. Sono certa che da questa situazione difficile ognuno di noi avrà imparato qualcosa e per questo sarà più forte. Personalmente, come dopo due mesi abbondanti chiusa in casa mi sono emozionata la prima volta che sono potuta tornare in strada sulla mia bicicletta, così mi si stringerà il cuore al via delle prime gare, quando finalmente ci ritroveremo dal vivo con i nostri ragazzi e ragazze. Insieme faremo ripartire il ciclismo e sarà bellissimo!”
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